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  • Polvere di sogni: agosto 2006

    18 agosto 2006

    I sogni dei Senoi

    "Quando un'intera comunità si impegna nel tentativo di dominare lo stato onirico e di integrare i sogni nella realtà dello stato di veglia, l'incidenza del comportamento asociale è relativamente insignificante."

    Queste sono le riflessioni sui sogni scaturite dal contatto con la cultura Senoi e riportate da Kilton Stewart in "Dreams theory in Malaya" . Così continua......

    *I sogni sono espressione di forze esterne interiorizzate. Se tali forze interiorizzate non sono in armonia, la vita esteriore ed interiore di un individuo viene influenzata in senso sfavorevole.

    *Qualunque persona può imparare a dominare il proprio universo onirico e ad utilizzare tutte le presenze in esso contenute.

    *Si può alterare il proprio stato onirico per ottenere gioia e potere spirituale trasformando gli atteggiamenti di paura in atteggiamenti di affermazione ed accettazione.

    *L'ansia che si prova nello stato onirico, può tramutarsi in gioia ed in sogni rilassanti e piacevoli, mediante atti di volontà.

    *L'io onirico dovrebbe senpre aggredire ed uccidere i personaggi ostili, chiedendo aiuto se necessario ad altri personaggi onirici. Ciò trasformerà in alleato l'essenza del personaggio onirico. I personaggi onirici appaiono negativi solo se li temiamo.

    *I sogni di sesso dovrebbero sempre essere condotti fino all'orgasmo, e dovrebbe essere chiesto alla persona amata un dono, sotto forma di poesia, canzone, lavoro artistico, danza....Tutto ciò verrà poi comunicato al proprio gruppo. Una vita ricca di amore nello stato onirico, indica il favore accordato dalle entità che fanno parte dell'universo spirituale.

    *I nostri poteri più creativi e la nostra più profonda essenza si manifestano quando i nostri processi psichici non sono focalizzati nel mondo esteriore.

    *Il proprio mondo onirico ed il modo in cui lo si affronta, devono essere condivisi con un gruppo che partecipi, per ottenere sostegno, e che sia di sostegno per migliorare la collettività.

    *Lo stato corporeo deve essere rilassato per ottenere sogni piacevoli.

    *L'approvazione sociale del gruppo esterno è utile come supporto attivo per affrontare gli elementi negativi e positivi dei sogni.

    *Le situazioni oniriche possono costituire la base per un maggior numero di interazioni positive nei rapporti esteriori.

    *Situazioni di realtà esteriore negative, possono essere tramutate in positive nel corso dello stato onirico.

    *I sogni possono fornire soluzioni ai problemi esteriori.

    *Più si lavora con i propri sogni, meno irrazionali e più simili al pensiero riflessivo divengono.

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    08 agosto 2006

    Seguire l'io onirico

    L'io onirico è la parte di noi che vive il sogno. A volte è il "primo attore", a volte è osservatore esterno, a volte ancora si identifica con altre persone o addirittura con oggetti inanimati.
    Ognuno dei personaggi che appare nei sogni rappresenta aspetti di noi, ma l'Io onirico, centro della consapevolezza di se' , corrisponde ai Se' primari le parti della personalità con cui siamo costantemente identificati e che ci proteggono nel mondo ed in mezzo agli altri.

    Le regole e le modalità di azione dei nostri se' primari sono legati al passato ed a ciò che siamo stati, ma ci fanno vivere la vita con le stesse convinzioni e le stesse regole di allora, mostrandoci la realtà in un'unica prospettiva.

    I nostri Se' primari sono sempre con noi, ma non vanno a dormire, continuano la loro funzione anche di notte nei nostri sogni, portando i loro giudizi e le loro modalità di espressione e di azione. Il nostro viaggio di evoluzione ci porta verso la totalità dell'essere ed ecco che nel sogno l'Io onirico ed i Se' primari si confronteranno con le parti di noi con cui non abbiamo contatto, di cui vergogniamo, le parti rinnegate, che appariranno di volta in volta come nemici o assassini o belve feroci o semplicemente come persone che ci riescono sgradevoli, che giudichiamo, che sentiamo di detestare.

    Sarà proprio l'interazione fra le due energie del sogno, Io onirico e altri personaggi, che fornirà preziose indicazioni sia rispetto al sogno ed alla sua comprensione, che rispetto ad un reale atteggiamento del sognatore nella vita diurna. Comprendere quali sono i modi di essere dell'io onirico, chi detesta e chi giudica, di cosa ha paura, verso chi è condiscendente, diventa allora un ottimo esercizio per verificare la realtà.

    • Si vivono gli stessi giudizi e le stesse paure?
    • Si tende a comportarsi nello stesso modo?


    Ecco che il sogno diventa una sorta di "osservatorio" in cui l'analisi di quanto avviene, rimanda immediatamente ad analoghi atteggiamenti e tendenze nella vita del sognatore.
    Seguire l'Io onirico vuol dire imparare a porsi domande molto precise:



    • Cosa sta facendo l'io onirico?
    • Quali sono le sue sensazioni?
    • Quali sono le sue convinzioni?
    • Con quali azioni si sente a suo agio?
    • Come di comporta di fronte ad una situazione rischiosa?
    • E di fronte al pericolo?
    • Di cosa ha timore?



    E' molto importante che il sognatore prenda consapevolezza di come il suo io onirico agisce o non agisce, e di quello che sente o non sente. I Se' primari che l'io onirico interpreta, operano tutte le scelte e dirigono tutte le energie disponibili, ma a mano a mano che si procede nel lavoro attraverso una separazione dai se' primari, si assiste anche ad una maggiore consapevolezza delle possibilità a disposizione.

    L'io dei sogni diventa più creativo e può compiere scelte diverse. Ad esempio se io sono identificato con un Se' primario che pensa sia fondamentale "cavarsela da soli" è molto probabile che io mi sappia arrangiare in tutte le situazione, ma nei momenti di bisogno sarò incapace di domandare aiuto. Ed è molto probabile che questo tema si rifletta di frequente nei miei sogni, dove l'io onirico ugualmente mi impedirà di chiedere aiuto.

    La vera scelta, la scelta "creativa" arriva quando io mi separo da questa energia primaria e posso così accedere ad altro. E nel sogno allora potrò accogliere altre possibilità, e potrò "decidere" di chiedere o non chiedere aiuto senza negarmi la possibilità in partenza. Questo si rifletterà nella mia realtà, nella possibilità di accedere a nuove possibilità, nuovi atteggiamenti, nuove scelte.

    Nel nostro inconscio e nel nostro mondo onirico è contenuta la totalità delle esperienze anche quelle che non ci permettiamo di vivere nella realtà: luce ed ombra, bene e male, ciò che ci piace e ciò che ci spaventa e quindi possiamo usare il sogno come una sorta di palestra in cui prendere consapevolezza dei nostri meccanismi interiori ed in cui allenare la nostra creatività rispetto alla vita.



    Marzia Mazzavillani Copyright § Vietata la riproduzione totale o parziale del testo

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    01 agosto 2006

    Attualizzare o interpretare?

    Il termine "sogno" richiama immediatamente alla mente "interpretazione ", ed ogni persona, di fronte ad un sogno ricordato, bello, interessante o angosciante, sente il desiderio di "sapere", di "capire" cosa c'è dietro, qual è il significato. Tutto ciò è umano ed indice di curiosità e di fantasia.

    Da sempre l'umanità si è accostata ai sogni con il medesimo interesse, la medesima voglia di scoprire. Per gli antichi sognare era una attività importante e per nul la sottovalutata, che veniva salutata con piacere o con preoccupazione, ed onorata con il consulto di un oracolo.

    Era necessario trovare il seme di verità, il messaggio inviato dalla divinità del momento. Anche in seguito, quando il concetto di una rudimentale psiche si fece strada, l'idea di un messaggio tagliato su misura per il sognatore, rimase l'assunto fondamentale che spingeva a ricercare un sapiente, un saggio, un interprete.

    Arrivando alle soglie del 900 con Freud e Jung il metodo principale per comprendere i sogni rimase quello interpretativo, quindi basato sul concetto: "Questo vuol dire questo…" In seguito, lo sviluppo della psicologia umanistica negli anni 60 - 70, ha portato nuove esperienze, nuove idee non rinchiuse rigidamente all'interno di una scuola: possiamo ricordare l'Imagery di derivazione junghiana, utilizzata sia in Gestalt che dalla Psicosintesi , il dialogo interiore dei personaggi, il rientro guidato nel sogno, i metodi di oggettivazione legati all'esperienza della popolazione Senoi e ripresi da Kaplan, tutte tecniche orientate a riportare il sognatore alla sua esperienza notturna durante lo stato di veglia, quindi tese ad attualizzare il sogno.

    Attualizzare un sogno vuol dire riportare il sogno alla realtà del sognatore…. avvicinare il sognatore al suo sogno e far sì che possa risperimentarlo per intero, o in alcuni aspetti, con la stessa intensità emotiva provata durante lo stato onirico. E' un metodo molto legato al "sentire" e ha l'obiettivo di mantenere nel sognatore un contatto con l'inconscio e con la forza di propulsione dal sogno originata.

    Diventa necessario allora, imparare a fare domande sul sogno stesso e sui personaggi che vi compaiono, e partire dall’assunto che nessuno può ricavare la "verità" dal sogno di un altro. Da questo punto di vista il sognatore è il migliore interprete del suo sogno.

    L'interpretazione è la traduzione delle immagini del sogno in "concetti" attraverso l'uso di simboli ed un linguaggio di riferimento, è un lavoro di razionalizzazione ed ordinamento dei simboli che può allontanare dal sogno. E' legato alla mente, al "capire".

    Il rischio di questo tipo di lavoro sta nella quota di proiezioni appartenenti all'interprete che possono passare nel lavoro di decifrazione, e che, nonostante il sognatore non riconosca come sue, vengono accettate come verità, solo perchè vengono da una fonte autorevole.


    Marzia Mazzavillani Copyright § Vietata la riproduzione totale o parziale del testo

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