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  • Polvere di sogni: settembre 2006

    27 settembre 2006

    La realtà dei sogni


    Credo che ognuno di noi si sia chiesto almeno una volta: esisterà davvero questo spazio che vedo in sogno? Credo che nessuno possa rispondere, l'unica cosa sicura: tutto quello che TU credi, diventa reale per te.

    La realtà dei sogni è sempre collegata alla realtà del giorno; questi due aspetti "polari" dell'esperienza umana non si possono considerare autonomi ed indipendenti l'uno dall'altro. Quello che avviene in sogno o in un sogno lucido avviene in una dimensione diversa, che non ha consistenza materiale e che spesso utilizza frammenti del nostro vissuto per costruirsi.

    Nemmeno i nostri pensieri o le nostre emozioni hanno consistenza materiale, eppure esistono, "sono" e nessuno si sogna di dire che non sono importanti. L'esperienza del sogno o del sogno lucido esiste, e tanto basta.

    Io credo che nel sogno lucido ci sia una grande potenzialità che è la consapevolezza di potere "cambiare le cose". Consapevolezza che è assolutamente sterile se viene limitata al sogno e non irradia la sua influenza nella vita reale. Credo che il potere che è presente nel sogno lucido sia un grande "dono" che può riversarsi anche nella vita diurna del sognatore: il potere di agire al meglio per se stesso e per la propria vita, avere impatto nella realtà, prendere in considerazione i propri
    mezzi e le proprie qualità, crederci, usarle come le si usa nel sogno.

    Un modo per ascoltare la propria Guida interiore, un atto di profonda introspezione e di attenzione verso i propri bisogni che può fare crescere, fare “bene” e riflettere questo bene intorno.

    I sogni non sono solo creazioni della mente, pescano nell'inconscio individuale ed in quello collettivo, a volte attraverso i sogni si hanno premonizioni o altre esperienze difficilmente catalogabili.

    Io parto dal presupposto che ogni esperienza ha una sua "realtà", realtà è quello che ha influenza su di noi, che si possa toccare o no, ed ogni esperienza ci modifica, anche di poco, anche quando non ne siamo consapevoli.




    Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione totale o parziale del testo

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    19 settembre 2006

    Sonno e sogni


    Molti studi ed esperimenti sono stati fatti e vengono fatti sul sogno e sulla fisiologia del sonno, sappiamo che passiamo dormendo 1/3 della nostra vita, che tutti quanto sogniamo... e che in un'unica sola notte si possono fare 5 sogni differenti, ricordarli tutti, ricordarne solo una parte, dimenticarli completamente…..

    Nell’arco di una notte passiamo alternativamente tra due fasi di sonno fondamentali che sono riconoscibili anche nei trattati encefalografici

    -Il 1° è detto sonno NON REM o sonno sincronizzato, occupa la maggior parte della notte ed è caratterizzato da picchi di sonno profondo, da bassi livelli di pressione sanguigna e battito cardiaco, da una minima attivazione del sistema nervoso e da assenza di sogni.

    -Il 2° livello detto sonno REM o sonno desincronizzato, si presenta ciclicamente, ed è caratterizzato da rapidi movimenti oculari, attivazione del sistema nervoso e presenza di sogni.


    Generalmente un adulto presenta 4 o 5 periodi di sonno REM per notte a distanza di circa 90 minuti l’uno dall’altro durante i quale si verificano i sogni. Se un individuo viene svegliato alla conclusione o durante una fase REM è quasi certo che ricorderà il sogno che stava facendo, mentre questo non è così automatico per il ricordo mattutino….pensate a tutte le persone che dicono di non sognare mai, o quante volte abbiamo la consapevolezza di avere sognato, ma poi appena svegli non ricordiamo più nulla.

    Il sogno è in pratica uno stato alterato di coscienza, il più comune, un’attività che coinvolge tutti i sensi anche se in percentuale diversa: le esperienze visive, come potete immaginare sono presenti in tutti i sogni, mentre quelle uditive solo nel 40-50% e quelle gustative, olfattive e tattili solo in bassa percentuale.



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    06 settembre 2006

    Il mio lavoro con i sogni


    Considero i Sogni uno degli aspetti più affascinanti e misteriosi dell'esperienza umana. Vorrei mostrarvi la vastità di questo argomento, ma soprattutto suscitare curiosità nei confronti dei VOSTRI sogni....trasmettervi un po’ della passione che sento per far vibrare dentro di voi un’analoga passione che sfoci nel desiderio di essere, attraverso il "lavoro dei sogni", protagonisti ed interpreti del vostro percorso interiore.

    I sogni di cui voglio parlare non sono “desideri” o “sogni ad occhi aperti”, ma "sogni della notte", quelli che ci sorprendono a volte con le trame fitte, complicate, che ci fanno svegliare per l’ansia e la paura o, al contrario, ci fanno provare una gioia così intensa da illuminare della sua impronta una intera giornata, e che spesso ci inducono a chiederci: “Cosa significa?”

    Questa inevitabile domanda e la mia irriducibile curiosità, hanno portato la direzione dei miei studi verso questo aspetto così affascinante e misterioso dell’esperienza umana. I sogni sono diventati molto più che una sfaccettatura del lavoro di tipo psicologico che svolgo avvalendomi del metodo Voice Dialogue.

    Il lavoro con i sogni è sfociato in una vera e propria passione che mi ha spinto ad analizzare via internet, attraverso sessioni private e scrivendo per una rivista, migliaia di sogni.
    Seguire il percorso di una persona attraverso i sogni è qualcosa che non finisce mai di stupirmi e che mi conferma sempre più l’intelligenza e la creatività del “Tessitore dei Sogni”, il centro misterioso e profondo legato all’inconscio individuale e collettivo oltre che ad ogni esperienza personale, da cui scaturiscono le immagini oniriche.

    Il mio lavoro si svolge in gruppi di condivisione con i quali sperimentare l'approccio al sogno e le tecniche di lavoro, o in sedute individuali in cui analizzare il sogno, vederne le varie componenti, trovarne il nucleo significante.

    E' un processo sempre molto affascinante sia per me che per la persona interessata, perchè in un unico sogno, o meglio, in una sequenza di sogni sono presenti moltissime informazioni sulla persona stessa, sulla sua vita, i suoi timori, le sue aspettative, possono scaturire indicazioni inattese che riguardano i più svariati ambiti dell'esistenza, ma soprattutto il sogno può indicare ciò che è possibile accada se il sognatore segue lo slancio delle tendenze attuali presenti nella sua vita.

    Basandosi sul contenuto di un sogno, si può decidere allora di fare un passo indietro, di cambiare alcune decisioni, di riesaminare un nostro atteggiamento. In questo modo la seduta individuale diventa un incontro personale ed unico, un'avventura, un percorso interiore e di crescita che si sviluppa intorno al sogno, qualcosa che è sempre opportuno e pertinente per la nostra condotta interiore.

    Il sogno è un messaggio dell'istinto e dell'inconscio collettivo che proviene dal centro della psiche ed è diretto all'individuo nella sua unicità.


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    02 settembre 2006

    Il popolo dei Sogni

    I Senoi della Malesia sono il popolo che ha incuriosito tutto il mondo per aver fatto dei sogni il fondamento ed il nucleo centrale della loro cultura e della loro vita quotidiana.
    Conosciamo i Senoi grazie agli studi di Kilton Stewart, psicologo ed antropologo americano vissuto negli anni trenta che, nella pubblicazione Dreams Theory in Malaya ne parla per la prima volta, elencando i molti metodi di lavoro con i sogni, ma soprattutto rilevando l'importanza data al processo dei sogni.

    La cultura dei sogni dei Senoi ha prodotto, secondo gli studi, un assetto sociale stabile, con una bassa incidenza di disturbi mentali e disadattamernto sociale. Il benessere generale e la pace sembravano garantiti dalla ricerca di un progetto comune, che scaturisse dalla condivisione dei sogni.

    Secondo quanto riportato da Stewart, i Senoi fin da piccolissimi venivano addestrati a controllare i propri sogni, a cambiarne personaggi e situazioni sgradevoli, mentre gli adulti si impegnavano in veri e propri progetti onirici, seguendo quanto sognato.

    Credevano nell'importanza di restare in contatto con il proprio sogno e di affrontare il nemico che poteva presentarsi nella situazione onirica, ma credevano anche nel sostegno e nelle indicazioni creative che il resto della comunità poteva fornire al riguardo. Era infatti consuetudine riunirsi, per condividere i sogni e ricavarne nuovi spunti utili e nuovi riti propiziatori. L'assunto di base di questa visione riguardava l'interscambio tra realtà e sogno, e la medesima inportanza attribuita ai due aspetti dell'esperienza.

    I metodi di lavoro onirico utilizzati dai Senoi della Malesia si concentravano quindi principalmente sul controllo dei sogni e sulla rielaborazione di questi in stato di veglia, attraverso lo scambio, gli atti rituali, le drammatizzazioni collettive e l'integrazione di quanto scaturito in modelli positivi di comportamento, che confluissero poi in schemi sociali.

    Oggi i Senoi e la loro "cultura di sogno" non esistono più. Molti studiosi dubitano anche delle ricerche di Stewart e dell'importanza da lui attribuita alle abitudine oniriche di questo popolo. In altre culture tribali legate ai ritmi naturali, la condivisione e l'elaborazione dei sogni nel gruppo, è un fenomeno già osservato e per nulla raro. Si pensi agli indiani Irochesi e agli aborigeni autraliani.

    Nonostante ciò, la pubblicazione di Stewart ha avuto, dagli anni '50 in poi, grande seguito, colpendo l'immaginazione e l'interesse della gente comune, ma anche degli "addetti ai lavori". Ricordiamo Strephon Williams Kaplan fondatore dell'Istituto Junghiano-Senoi che ha centrato parte del suo lavoro e della sua ricerca, sulle tecniche del popolo Senoi.

    Popolo che rimane il simbolo per eccellenza di una cultura finalizzata ad elevare la coscienza e migliorare la vita quotidiana attraverso il ricordo e l'utilizzo dei propri sogni.


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